Simone Cristicchi


Simone Cristicchi nasce a Roma nel 1977 nel popoloso e popolare quartiere Tuscolano, nei pressi di Cinecitta’. Con lui cresce il suo cespuglio di capelli sotto il quale maturano parallelamente la passione per il disegno e il fumetto ( è stato allievo del grande Jacovitti ), e un amore autentico per la canzone d’autore e non solo italiana: infatti oltre a Franco Battiato, Ivano Fossati, Giorgio Gaber, Lucio Battisti, Sergio Endrigo, Paolo Conte, Fabrizio De Andre’, Vinicio Capossela, l’adolescente Simone ascolta Chico Buarque, Caetano Veloso, Nick Drake, Jeff Buckley e Syd Barrett inquieta anima dei primi Pink Floyd. Nel 1998, a 21 anni, il nome di Simone Cristicchi inizia a circolare tra gli addetti ai lavori e nell’estate incontra il suo produttore Francesco Migliacci. Per la sua profonda conoscenza del repertorio e della poetica di Jeff Buckley, il cantautore americano morto nel 1997 in circostanze drammatiche come il padre, il leggendario Tim Buckley, Simone viene invitato ad esibirsi nel 1999 a Milano in una serata tributo insieme a Morgan dei Bluvertigo e Cristina Dona’. Quando inizia a cantare il suo "appeal" è percepibile da subito, e basterebbero i racconti dei parenti, rapiti di fronte alle sue estemporanee, ma presto richiestissime in famiglia, esecuzioni. Finito il liceo, si iscrive a giurisprudenza all'Università di Pisa dove si laurea, sempre attento però a non dimenticare gli studi di canto. Anzi, talmente serio è il suo impegno che finisce per prendere lezioni da un mostro sacro del Novecento, quel Franco Corelli che è l'idolo tenorile di molti amanti dell'Opera. Tuttavia vivere di musica al giorno d'oggi è quasi impossibile e Bocelli non disdegna di cimentarsi talvolta anche nel più prosaico piano-bar. E' in questo periodo che incontra Enrica, che diventerà sua moglie e che gli darà due figli: Amos e Matteo. La storia d'amore tra i due purtroppo sembra si sia conclusa da poco e sono diventate ormai note le dichiarazioni del cantante circa il problema del divorzio e i suoi figli. Tornando alla musica, l'inizio "ufficiale" della sua carriera di cantante è casuale. Si fa avanti per un'audizione che il già celebre Zucchero tiene nel 1992 per realizzare un provino di "Miserere", pensata per Luciano Pavarotti e da realizzare proprio con il fantastico tenore modenese. E qui accade il "coup de teatre". Pavarotti, infatti, ascoltando la registrazione, commenterà: "Grazie per la splendida canzone, ma lascia che sia Andrea a cantarla. Nessuno è più adatto di lui." Nel settembre del 2003 vince a Crotone il Cilindro d’ Argento, premio per cantautori emergenti nell’ambito del Festival “Una casa per Rino” dedicato a Rino Gaetano nella sua citta’ natale. Da qui inizia, al seguito dei CiaoRino, ottima cover band romana del cantautore del “nonsense”, una intensa attivita’ live destinata a continuare con Max Gazze’, Niccolo’ Fabi, Marlene Kuntz, artisti dei quali apre i rispettivi concerti. Il 2005 e’ l’ anno dell’ affermazione: in gennaio la firma del contratto discografico con Sony Bmg; ad aprile l’uscita del fortunatissimo singolo “Vorrei cantare come Biagio” (e relativo video realizzato da Gaetano Morbioli), anticipata dall’anteprima che lo stesso Biagio Antonacci – intelligentemente – decide di offrire il 12 aprile al giovane Simone cedendogli il palcoscenico del Palalottomatica di Roma per questa curiosa canzone “presa in giro” che in realta’ e’ un ironico e raffinato j’accuse ai meccanismi dell’industria discografica. La canzone arriva rapidamente nelle zone alte della classifica radiofonica e di vendita dei singoli: si aprono le porte del Festivalbar, e dopo quattro esibizioni arriva, di fronte ad una platea immensa, la serata finale del 14 settembre all’ Arena di Verona in diretta televisiva. Nel corso del 2005 arriva una vera e propria pioggia di premi e riconoscimenti: vince il Premio Musicultura ( gia’ Premio Recanati ) e anche la Targa della critica con il brano “Studentessa universitaria” che verrà inserito nell’album di debutto; e’ tra i vincitori del Premio Giorgio Gaber nell’ambito del Festival del Teatro Canzone di Viareggio. Vince ancora il Premio Carosone come migliore canzone ironica; si rivela “artista dell’anno” nel Festival “Dallo Sciamano allo Showman” ( Premio Renzo Bigi Barbieri); vince, nell’ordine, il Premio Nielsen, il Premio Charlot ( migliore canzone comica), il Premio Mei (Artista rivelazione ), il Premio Internazionale delle Arti Leone d’Argento di San Marco, il Premio della critica di Musica e Dischi per il Miglior album di debutto. Il 23 settembre, preceduto dal secondo singolo “Studentessa universitaria”, momenti di vita e solitudine di una “fuori sede” descritti con grande sensibilita’, esce il primo album “Fabbricante di canzoni”. Simone ha finalmente modo di rivelare, in una generosa manciata di canzoni di immediata comunicazione, le sue due anime: quella gia’ nota, irriverente, ironica, e quella intima, poetica, osservatrice dei sentimenti, diretta erede della sua formazione legata alla grande canzone d’autore. Una appartenenza che nel disco si dichiara a livelli altissimi nel duetto con Sergio Endrigo “Questo e’ amore”, una emozione pura firmata dal grande artista istriano che purtroppo scompare prima di potersi riascoltare nel disco di questo giovane intelligente che ha la rara qualità di essere autenticamente trasversale in senso generazionale. Nel disco compare anche, nella ghost track, il suo alter ego Rufus, creatura orribile che si impossessa del Cristicchi “buono” e romantico per rivelarsi in tutto il suo cinismo e malvagita’. Il personaggio talvolta irrompe, non atteso, negli spettacoli di Simone: un Mr.Hide comico, fantasma di un palcoscenico che Simone domina a meraviglia. l pop mediocre di tutto il mondo trova facile successo nelle classifiche italiane. Se ci fosse giustizia, questo sublime ed originale pop trascenderebbe la lingua e scalerebbe le classifiche di tutto il mondo. Se così non sarà, sarà un vero peccato. Simone Cristicchi è un talento sorprendente il cui cammino artistico sarà interessante e divertente tenere sott’occhio se la consistente qualità di “Fabbricante di canzoni” avrà un qualche seguito”. Al di là dei Festivalbar, delle suonerie scaricate a centinaia di migliaia e dei premi, parallelamente cresce la fama del Simone Cristicchi comunicatore. Il 17 ottobre è a Cinecittà Campus, la “palestra dello spettacolo” promossa da Cinecittà Entertainment e Maurizio Costanzo per un incontro con gli allievi dell’accademia. Poco più di un mese dopo inizia una sorta di mini tour in varie Università Italiane (Catania, Arezzo, Bologna, Perugia) iniziando da Roma dove è invitato dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università La Sapienza per una lezione dal titolo “L’anima dei poeti. Quando la canzone incontra la letteratura”, una bella occasione di confronto con una platea di studenti che lo sommergerà di domande sul come nasce un testo di successo, da dove arriva l’ispirazione, come ha elaborato la sua passione per la canzone d’autore. Il 2006 si apre nel segno di un maestro incontrato e perso troppo presto: Sergio Endrigo. Quel maestro che Simone si è già trovato ad omaggiare in ottobre a Domenica In con una sua bellissima versione di “Io che amo solo te”. L’11 gennaio Simone Cristicchi è infatti sul palcoscenico della Sala Sinopoli dell’Auditorium di Roma per la serata tributo al grande artista per cantare “Questo è amore”, la “loro” canzone. Simone è nel cast stellare della serata insieme a Gianni Morandi, Ornella Vanoni, Gino Paoli, Morgan, Sergio Cammariere, Tetes de Bois, Nada, Mariella Nava, Renato Zero, Roberto Vecchioni con Patrizio Fariselli, Bruno Lauzi, Marisa Sannia. Fin qui la folgorante ascesa di un ragazzo portato al successo dalla sua autoironia e dalla sua intelligenza. Siamo pronti ad un dopo-Sanremo altrettanto ricco di eventi. A febbraio 2007 vince il 57° Festival della Canzone Italiana di Sanremo, con la canzone Ti regalerò una rosa, il cui toccante testo è ispirato alla sua esperienza di volontario nel centro di igiene mentale di Roma. Il brano, che ha il favore del pubblico, è anche premiato dalla stampa con il premio della critica "Mia Martini" e riceve inoltre il premio dei giornalisti radio-TV.